Pentalfa

 Antico simbolo esoterico che per gli Egizi raffigurava Horus, figlio di Iside e di Osiride, il Sole. Rappresentava la materia prima alchemica, sorgente inesauribile di vita, fuoco sacro, germe universale di tutti gli esseri. Il Pentalpha è un simbolo ideato da Pitagora, dopo che ebbe risolto il problema del segmento aureo, la parte del raggio di in cerchio corrispondente all’alto del decagono in esso inscritto. Il termine significa "cinque alfa", ossia cinque principi. Ai quattro già convalidati da Empedocle (Aria, Acqua, Terra e Fuoco), Pitagora ne aggiunse un quinto ovvero lo spirito. Il Pentagramma era dunque il simbolo dei pitagorici, ed era tracciato con una circonlocuzione che significava un triplice triangolo intrecciato. Veniva usato nella loro corrispondenza a significare "sta bene". Il P. dei greci significava natura, vita e salute.

Nella magia bianca rappresenta il microcosmo umano: le cinque estremità del corpo (v. la figura detta Agrippa), ed i suoi cinque segreti centri di forza, che proprio la magia bianca avrebbe il potere di risvegliare. Il P. con una punta rivolta verso l’alto è considerato simbolo attivo e benefico (Magia Bianca) mentre, rovesciato, con due punte in alto, è considerato passivo e malefico (Magia Nera). L’Istituzione Muratoria conferisce al P. il significato particolare detto "numero d’oro", oppure "proporzione aurea": è la proporzione ermetica per la quale la parte minore sta in rapporto alla maggiore come la maggiore sta al Tutto. É ciò che la geometria indica come divisione di una retta in media ed estrema ragione. Il valore numerico del numero d’oro è 1,618, che in pratica non viene mai usato in quanto, per la tracciatura del P., la rappresentazione geometrica è più immediata e precisa. Le proporzioni del numero d’oro si ritrovano in tutto ciò che nell’uomo crea una sensazione di armonia e di bellezza, ed il loro impiego è di grande aiuto nell’architettura. Per la Libera Muratoria la Stella Fiammeggiante simboleggia esotericamente il genio umano, inteso come raggio di Luce divina. Quindi essa costituisce sempre una promessa della Luce che deve venire. Essa rappresenta il Fuoco filosofico degli Alchimisti, che il Testi definisce la scintilla vitale comunicata dal Creatore alla materia, alchemicamente ottenuta non con la comune combustione, ma con l’acciarino o la lente ustoria. All’interno della Stella, partecipe della sua luce, staziona la lettera "G" , alla quale sono attribuiti antichi significati, quali: G.A.D.U., God (Dio), Gloria, Grandezza, Gravitazione, Gnosi, Geometria, Genio e Generazione. La Massoneria ha sostituito con tale lettera l’originale " y ", (yod) ebraico, iniziale di "hahy", il nome ebraico impronunciabile di Dio, Yhoah (Yehowah). Il P. è l’emblema del libero pensiero e del sacro fuoco del genio, che eleva l’essere umano alle grandi conoscenze superiori.

Diverso è il significato del simbolo adottato dalle Brigate Rosse che hanno portato in "auge" la Stella a Cinque Punte tanto che alcune persone della Stregoneria o Wicca si sono sentite chiedere se la Stella che portavano significasse una loro appartenenza alle Brigate Rosse. Ricordiamo che la Stella a Cinque Punte delle Brigate Rosse non ha nulla a che vedere con la Stella a Cinque Punte della Stregoneria. Il logo di riconoscimento delle Brigate Rosse fu mutuato nei primi anni '70 dalla Stella a Cinque Punte dei Tupamaros Uruguayani i quali la assunsero modificando il simbolo Massone della Stella a Cinque Punte che in quei paesi, fra l'Uruguay e il Brasile, è un simbolo storico-politico (vedi Garibaldi e la sua attivià in America Latina). Del resto, anche la Stella a Cinque Punte della Repubblica Italiana ha la stessa origine Massonica. Non esistono motivazioni esoteriche alla base della scelta da parte delle Brigate Rosse di adottare la Stella a Cinque Punte. Le Brigate Rosse intendevano probabilmente stabilire una continuità strategica fra l'azione dei Tupamaros e la loro azione in Italia. La Stella a Cinque Punte delle Brigate Rosse si differenziava inoltre per la caratteristica delle due punte rivolte verso il basso molto allungate e la punta della stella in alto molto piccola. 

 

 

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