- PITTURA -

 

Nelle arti del passato e del presente, in molte opere di artisti, da Leonardo da Vinci a Piero della Francesca, da Sandro Botticelli a Salvador Dalì, possiamo trovare richiami alla sezione aurea (la Divina Proportione).

 

LEONARDO DA VINCI (1452-1519)

Durante il soggiorno  Milano, presso la corte sforzesca di Ludovico il Moro, Leonardo ebbe modo di conoscere il matematico Luca Pacioli, al quale egli fu legato anche da profonda amicizia e da reciproca collaborazione.  Infatti nella stesura del trattato "del Divina Proportione ", che il Pacioli  compose attorno al 1498, Leonardo collaborò con la realizzazione di  ben sessanta  disegni esplicativi.

Questo libro fu poi pubblicato a Venezia nel 1509 ed influenzò notevolmente gli artisti ed architetti del tempo, ma anche delle epoche successive.

In questo trattato Pacioli ricercò nella proporzione dei numeri i principi ispiratori in architettura, scienza e natura: la regola aurea introdotta fu in seguito chiamata praxis italica.

L’aggettivo divina si giustifica perché essa ha diversi caratteri che appartengono alla divinità: è unica nel suo genere, è trina perché abbraccia tre termini, indefinibile in quanto è irrazionale, è invariabile.

Utilizzando la sezione aurea nei suoi dipinti Leonardo inoltre scoprì che, guardando le opere, si poteva creare un sentimento di ordine e di armonia.

Analizziamo, qui di seguito,le opere in cui Leonardo utilizzò la " divina proporzione".

 Nella Gioconda  possiamo individuare la figura di un rettangolo aureo nella disposizione del quadro e nelle dimensioni del viso.

La figura può essere inoltre racchiusa in un triangolo aureo nel quale il braccio destro segue la direzione della bisettrice dell'angolo di base, che, a sua volta, divide il lato opposto in un rapporto aureo.

cena.jpg (21087 byte)  Nell’Ultima cena, Gesù, il solo personaggio veramente divino, è dipinto con le proporzioni divine, essendo racchiuso in un rettangolo aureo.

Nel L’Uomo, Leonardo studia le proporzioni della sezione aurea secondo i dettami del De architectura di Vitruvio che obbediscono ai rapporti del numero aureo. Leonardo stabilì che le proporzioni umane sono perfette quando l’ombelico divide l’uomo in modo aureo.

Vitruvio nel De Architectura scrive:

 

"Il centro del corpo umano è inoltre per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi".

 

Nell'Annunciazione, la figura e la postura dell'angelo sono in proporzione aurea rispetto alla sua distanza dalla Vergine.

 

Nella Donna scapigliata la testa  è racchiusa in un rettangolo aureo ed il volto è in proporzione aurea rispetto ai fascia dei capelli.

Anche l'inclinazione del capo non è casuale ma segue la diagonale del quadrato.

 

Nella "Belle Ferronnière" la particolare inclinazione del busto ed il taglio del cornicione alla base fanno sì che, oltre al capo, anche la figura della dama rientri in un rettangolo aureo.

   
La sezione aurea affascinò altri pittori, come Botticelli (1445-1510) e la rappresentò ne La Venere. Infatti misurando l’altezza da terra dell’ombelico e l’altezza complessiva il loro rapporto risulterà 0.618, così anche il rapporto tra  la distanza tra il collo del femore e il ginocchio e la lunghezza dell’intera gamba o anche il rapporto tra il gomito e la punta del dito medio e la lunghezza del braccio.

 

 
   

 

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